La legislazione riguardo "l'inquinamento acustico"
- 05 Mar, 2019
- Consigli , Sistemi audio , Come fare per...
La legislazione riguardo" l'inquinamento acustico"
Approfondiamo questo argomento ancora tabù, vediamo quali punti sono a favore del musicista e quali no, le diverse ricadute se si è professionisti o no, e individuiamo un po’ di linee guida per evitare problemi con i vicini di casa e con la pubblica amministrazione.
Oggi gran parte dei comuni hanno una zonizzazione acustica che si riferisce al DPCM 14/11/97.
Questo decreto è legge dello Stato e chiarisce che se un musicista/un fonico non è professionista dovrà rispettare i soli limiti assoluti della zona in cui è insediata la sua attività di studio.
Questi tutto sommato sono permissivi: se si è in classe II, area prevalentemente residenziale, il limite da rispettare in casa dei vicini è 55 dBA di giorno e 45 dBA di notte, ricordiamoci che la legge divide il giorno dalle 6 alle 22 e le notte dalle 22 alle 6.
La questione si complica se il fonico/il musicista è professionista, quindi ha una partita iva o si tratta di una associazione/circolo/scuola di musica, si noti che questo vale anche per gli spettacoli dal vivo nei locali pubblici e anche a quelli organizzati come eventi d’estate.
In tutti questi casi la legge richiede che si rispetti anche il criterio differenziale, vuol dire che si dovrà misurare il silenzio (detto livello residuo) e il livello introdotto dalla musica (livello ambientale): in casa delle persone vicine la legge chiede che la differenza fra questi due livelli sia meno di 5 dB di giorno e meno di 3 dB di notte sia a finestre aperte che a finestre chiuse.
Vengono dichiarati trascurabili livelli sonori immessi inferiori a 50 dBA di giorno e 40 dBA a finestre aperte e inferiori a 35 dBA di giorno e 25 dBA di notte a finestre chiuse.
I controlli fonometrici sono fatti all’insaputa di chi disturba, per conto del comune o della procura da parte dei tecnici di ARPA, o da dei tecnici competenti in acustica ambientale riconosciuti da una regione per conto di privati cittadini.
Si rischiano multe salate, la sospensione dell’attività, l’obbligo della bonifica acustica (fare i lavori per rientrare nei limiti) o anche la causa in Tribunale.
Ricadute per i musicisti: diverso se si è professionisti o no
E’ ovvio che questo limite sia un grande problema per la musica: se si suona un ottone o un piano o si usa un amplificatore per chitarra/basso i livelli arrivano facilmente a 85/95 dBA, con la batteria o un gruppo rock si possono superare i 100/110 dBA, la musica da ballo oggi è quasi sempre sopra i 90/95 dBA, in una sala regia si dovrebbe stare sotto gli 80 dBA per proteggere il proprio udito ma sono pochi i fonici che lo fanno e in sala ripresa i livelli sono sempre molto più alti.
Ricordo che in gran parte delle abitazioni Italiane di giorno ci sono circa 30 – 35 dBA; la sera e la notte ci sono anche 20 – 25 dBA.
Quindi è meglio evitare di suonare nello stesso edificio dove la gente riposa, altrimenti si deve fare una insonorizzazione molto prestante; anche suonando solo di giorno ci si può esporre al rischio di superare i limiti di legge.
I target di isolamento acustico superano facilmente R’w = 60 dB (se parlassimo di auto sarebbe come dire una tecnologia Mercedes) per suonare di giorno a ridosso delle abitazioni, nei casi più ‘rumorosi’ se si vuole lavorare la notte si dovrebbe arrivare a R’w = 80 dB (ancora con un paragone automobilistico è come se parlassimo di tecnologia Bugatti o Pagani auto).
Dato che la musica ha molta energia nelle basse frequenze il semplice parametro R’w non basta perché è pensato per applicazioni civili standard: parliamo sempre di tecniche di isolamento avanzate e soprattutto costose, che devono essere progettate su misura dell’edificio, del clima acustico che c’è in casa dei vicini (quanto silenzio c’è) e della musica che si vuole suonare.
Ricordiamoci che anche l’isolamento di facciata va curato, anche quando i vicini sono separati dall’edificio in cui suoniamo.
Ovviamente la deroga è come un ‘permesso speciale’ e quindi non si può ottenere per studi di registrazione, sale prova, scuole di musica o locali che suonano tutte le settimane o tutti i giorni.
Va bene per le feste e gli eventi estivi che hanno una durata limitata e orari precisi.
Per le attività dove si suona spesso il comune deve chiedere nella SCIA di inizio attività/di subentro in una attività pre-esistente uno studio previsionale di impatto acustico che certifichi che si rispetteranno i limiti acustici amministrativi che abbiamo appena visto.
Si noti che se il comune non lo chiede non vuol dire che non si devono rispettare i limiti di legge, quelli valgono sempre e comunque, quindi si rischia sempre una multa salata e di avere l’attività bloccata da una ordinanza del Sindaco finché non ci si è messi in regola.
Ricordo che esiste anche un secondo metodo di analisi del disturbo sonoro che viene applicato quando viene fatta una causa civile all’attività disturbante da chi è disturbato (articolo 844 del codice civile): qui si usa spesso una tecnica fonometrica ancora più severa detta ‘criterio differenziale comparativo o giurisprudenziale’ per cui il livello del rumore di fondo è sempre più basso che nel metodo amministrativo, non esiste distinzione tra professionista e non professionista e non ci sono limiti di trascurabilità del rumore immesso.
In questi casi la situazione diventa molto costosa rapidamente perché bisogna pagare avvocati, tecnici del tribunale e per difendere se stessi, il giudice può fermare l’attività e obbligare a pagare dei danni. Questo sistema tutto Italiano dei ‘due pesi e due misure’ purtroppo rende oggi rischioso anche studiare la musica a chi non è professionista.
Strategie di difesa per i musicisti.
I consigli che posso dare sono molto pratici, bisogna sempre e comunque mantenere il miglior rapporto possibile col vicinato, il rispetto, il dialogo e la buona educazione non costano nulla e di solito danno il vantaggio di poter concordare degli orari.
Tutti i luoghi dove si suona o si ascolta la musica la sera ad alto volume dopo le 22 devono essere staccati da edifici che ospitano abitazioni, meglio quindi scegliere location in zone commerciali o artigianali dove non ci dorme proprio nessuno.
Per studiare è meglio scegliere le ore diurne ed evitare quelle del riposo dei vicini di casa.
Un buon progetto acustico nel caso di sale prova/studi di registrazione/locali live è d’obbligo: perché le stanze non devono comunque disturbarsi fra loro e quindi l’isolamento è sempre importante, perché la qualità acustica interna richiede sempre un progetto di correzione acustica.
Un buon progetto impostato fin dall’inizio dà la certezza di risparmiare molti soldi e soprattutto tanti errori, i lavori devono essere eseguiti da persone competenti e/o con la supervisione di un esperto.
Consiglio di fare eseguire delle indagini fonometriche e una valutazione di impatto acustico a un tecnico specializzato in acustica ambientale e musicale il prima possibile: prima di investire soldi in una nuova sede, o se si hanno già problemi coi vicini prima che questi diventino difficili da gestire.
Spesso oltre all’analisi del rumore di fondo è saggio collaudare subito la situazione dell’isolamento acustico dell’edificio, questo è anche un ottimo metodo per poter controllare poi la qualità effettivamente raggiunta alla fine dei lavori.
Diffidate da chi si dichiara esperto ma non vi propone un rilievo acustico preliminare o un progetto, inoltre ricordatevi che è meglio se fate fare le analisi acustiche a qualcuno che non ha interesse nelle opere di costruzione e/o nella vendita dei materiali. Purtroppo vediamo ancora oggi troppi artigiani che si improvvisano esperti di acustica e usano i manuali dei venditori di cartongesso come se fosse il libretto di istruzioni dei lego.
Se organizzate eventi musicali ricordatevi di chiedere e ottenere al più presto la deroga dal Sindaco, se si tratta di un locale che suona spesso allora bisogna attrezzarsi per fare al più presto uno studio di impatto acustico accurato.
Lun, 2016-08-01 16:31 da ing.Rizzi di Suonoevita